

Il trauma in età infantile aspetti clinici
Nel DSM III per la prima volta viene adottata la definizione di un evento traumatico, come di un evento psicologicamente angosciante al di fuori del range dell’esperienza umana usuale. Nel DSM IV la definizione di trauma viene integrata come un evento che minaccia l’integrità fisica della persona.
Il DC:0-3 definisce il trauma in età infantile come un evento che minaccia l’integrità psicologica o fisica del neonato e del bambino piccolo. Una mamma depressa per esempio o che realizza un attaccamento insicuro col bambino rientra nella diagnosi di trauma.
Lo stadio evolutivo al momento del trauma condizione l’esito; gli studi delle neuroscienze ci dicono che gli effetti sono diversi a secondo dello stadio evolutivo in cui si è presentato il trauma.
Esistono come abbiamo detto diverse tipologia di trauma in età infantile, vediamone alcuni:
Trauma relazionale: lo stress soverchiante rappresentato dal trauma di attaccamento molto precoce altera il percorso evolutivo dell’emisfero destro che è la struttura che serve per regolare lo stress. Se abbiamo abuso, trascuratezza, violenza già in una fase neonatale, l’emisfero destro viene danneggiato.
Questa struttura aiuta il piccolo ad affrontare gli effetti negativi della paura per esempio e l’ansia per regolare i processi legati allo stress.
Trauma cognitivo-verbale: l’abuso sessuale durante stadi successivi dello sviluppo influisce sui sistemi verbali presenti nell’emisfero sinistro (corteccia prefrontale e ippocampo) che maturano tardivamente.
L’area dell’emisfero sinistro governa il linguaggio, il pensiero e più avanti media il rapporto con le attivazioni del sistema limbico, che riguarda la sfera emozionale. La violenza interpersonale sperimentata nei bambini piccoli è la più grande causa evitabile di malattia mentale.