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Genitorialità
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Funzione base sicura dei genitori

 

Winnicott: descrivere un bambino significa descriverlo con qualcuno. Questo a  sottolineare come non sia possibile comprendere un bambino senza conoscere anche i suoi genitori ed occuparsi delle rappresentazioni consce ed inconsce che essi hanno di lui.

Un individuo in età evolutiva non può essere considerato così da solo ma deve essere preso in carico con tutto il nucleo che lo costituisce fatto dai caregiver primari e successivamente dalla famiglia allargata.

Secondo Winnicott esiste un legame di attaccamento, cioè un principio dal quale si struttura tutto ciò che è la capacità del bambino di interagire, di relazionarsi e di stare al mondo grazie a quello che riceve e che automatizza dai propri caregiver primari.

La tendenza alla condivisione degli stati affettivi riscontrabili nel neonato mantiene la sua pregnanza per tutto il corso dello sviluppo continuando ad esercitare un ruolo importante nella vita adulta. Da ciò la tendenza di inserire anche parametri diversi da quelli classici che attengono la psicopatologia nella valutazione dell’ambiente di sviluppo.

Winnicott afferma che al di là delle caratteristiche individuali che ogni persona ha già nelle prime fasi dello sviluppo, è importante immaginare quello che il proprio ambiente familiare gli ha offerto e con quanto amore è riuscito a sostenerlo nell’evoluzione.

La genitorialità è una funzione autonoma e processuale dell’essere umano. Essa riguarda la capacità di ogni individuo di prendersi cura di un’altra persona sintonizzandosi sui bisogni di questa in modo sensibile.

A questa genitorialità ovviamente contribuisce anche il nascituro attraverso le sue caratteristiche, il suo temperamento e le sue capacità interattive. Il desiderio di un bambino ancor prima della sua nascita è un evento complesso, come sostiene Selma Fraiberg attraverso la distinzione di tre bambini:

• il bambino immaginario, cioè un bambino figlio di fantasmi inconsci dei genitori.
• il figlio del cuore, cioè quello che coinvolge il progetto affettivo dei genitori e delle loro famiglie di origine.
• il piccolo reale: cioè quello che con la sua presenza concreta rimette in discussione i primi due e ne comporta il ridimensionamento e la disillusione.

 

Figli di genitori che si comportano in modo sensibile considerano questi una base sicura. Riportiamo le parole di Mary Ainsworth (1973) che aggiunge un elemento importante, il ruolo della sensibilità genitoriale nel promuovere una relazione di attaccamento sicuro.

Ipotizzando una significativa associazione tra attaccamento genitoriale e quello del figlio, ripetute esperienze di questo tipo permettono all’individuo di sviluppare un senso agente di sé e far buon uso del proprio repertorio emozionale.

La Ainsworth quindi si basa sugli elementi di sostegno genitoriale e di capacità relazionale del bambino che generano una dimensione trasformativa, cioè la capacità di automatizzare queste interazioni reciproche sane e di farle proprie.

Questo determina da parte del bambino l’individuazione di una base sicura verso il genitore. Da parte del genitore la verifica che il bambino sta crescendo bene e quindi è indipendente e può essere lasciato da solo. Il bambino è più autonomo e diventa un individuo capace, sicuro di interagire e di essere autonomo all’interno del proprio ambiente.

Fonte: Lezione del Prof. Tommaso Scandale Uninettuno University

Pubblicato
1 Maggio 2023

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